VENOSA
(Potenza-Basilicata)


 

A spasso con gli antichi

Oggi sopra la città antica si trova quella moderna, altrettanto bella con le sue chiese e il castello. Nonostante questa sovrapposizione, si sono conservati molti resti della città romana. Scopriamoli insieme!

La città antica era circondata da mura, in alcuni punti visibili ancora oggi dalla città moderna. Era suddivisa in quartieri lunghi e stretti percorsi da due strade principali e una serie di strade minori perpendicolari, tutte pavimentate con grosse pietre lisce (si chiamano “basoli”). Esisteva anche un acquedotto pubblico, che non faceva mai mancare l’acqua.

All’esterno delle mura, lungo la via Appia, si conserva un monumento detto “Tomba di Marcello”. Esso prende il nome da un famoso console romano: Claudio Marcello, morto combattendo contro Annibale nel 208 a.C. In realtà gli archeologi hanno poi scoperto che la “Tomba di Marcello” è... la tomba di una donna!
C’è un'altra costruzione antica che porta il nome di un personaggio importante: la “casa di Orazio”, di cui però non si conosce l’esatta funzione. Orazio era un importante poeta di epoca romana, nato proprio a Venosa nel 65 a.C.

All’interno del Parco Archeologico si possono vedere le terme pubbliche, destinate al benessere, all’igiene e alla cura del corpo (ma anche alle chiacchiere e alle pubbliche relazioni!). Nelle terme c’era l’apodyterium (spogliatoio), il frigidarium (sala con vasca per l’acqua fredda e pavimento a mosaico), il tepidarium e il calidarium(sale riscaldate con vasca per l’acqua calda e pavimento in marmo).
Accanto alle terme c’è una grande casa privata (in latino domus), dotata di atrio con impluvium (una vasca dove si raccoglieva l’acqua piovana) e stanze con pavimenti a mosaico. Nelle vicinanze si apre un intero quartiere compreso fra due strade, con abitazioni e tabernae (ossia i negozi).

Infine, alla periferia della città antica, sorge l’anfiteatro, costruito nel I secolo d.C come la maggior parte degli anfiteatri romani. Le gradinate poggiavano lungo un pendio naturale, mentre al centro vi era l’arena, la pista di sabbia.
Si vedono tutt’oggi i sotterranei dell’anfiteatro, destinati a custodire le attrezzature, le armi e gli animali utilizzati negli spettacoli. Tra l’altro sappiamo che a Venosa esisteva addirittura una scuola gladiatoria, cioè una palestra dove vivevano e si allenavano i gladiatori che poi andavano a esibirsi girando da un anfiteatro all’altro.