Éracle

Figlio di → Αlcmena e di → Ζeus, che si unì alla donna dopo aver assunto le fattezze del legittimo marito Αnfitrione. Una volta cresciuto, Εracle, dotato di eccezionale forza, fu odiato da → Ηera, che, fattolo impazzire, gli fece uccidere la prima moglie Μegara e i suoi stessi figli. Costretto a porsi al servizio di → Εurìsteo per espiare il suo peccato, Εracle fu da lui obbligato a svolgere le dodici fatiche per cui divenne famoso, ossia: 1) l'uccisione del leone di Νemea; 2) l'uccisione dell'idra di Lerna; 3) la caccia al cinghiale di Εrimanto; 4) la cattura della cerva di Cerinea; 5) la caccia agli uccelli della palude stinfalide; 6) la conquista del cinto di Ιppolita; 7) la ripulitura delle stalle di Αugia; 8) la cattura del toro di Creta (lo stesso che, successivamente, uccise → Αndrogeo); 9) la cattura delle cavalle antropofaghe di Diomede; 10) la cattura dei buoi di Gerione; 11) la raccolta dei pomi delle Εsperidi; 12) la cattura di → Cerbero. Dopo queste e varie altre imprese gloriose, Εracle, che aveva nel frattempo sposato una seconda moglie, Deianira, conquistò la città di Εcalia e catturò la bella principessa Ιole, di cui si era invaghito. Deianira, gelosa della rivale, inviò allora al marito una tunica impregnata del sangue del centauro Νesso, credendo che esso fosse un filtro d'amore per riconquistare l'affetto del consorte. Quando, però, Εracle ebbe indossato la veste fu colto da dolori lancinanti, che lo costrinsero al suicidio gettandosi su una pira. Dopo la sua morte, Εracle fu assunto in cielo dagli déi, ma i suoi figli (i cosiddetti → Εraclidi) continuarono a essere perseguitati da Εuristeo. → Saphéneia, vers. 6; 7; 9; 44; 46; 56; 280; 281; 499; 568.