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La grande guerra

La prima guerra mondiale viene analizzata nel suo momento di inizio, in alcuni aspetti salienti e nella sua conclusione.
Fu una guerra che, quando scoppiò, sembrò essere una delle tante guerre che avevano sconvolto l’area balcanica. In realtà, una serie di reazioni a catena faranno entrare nel conflitto le principali potenze europee e, successivamente, i più importanti stati extraeuropei.

Le atrocità della cosiddetta Grande guerra furono sperimentate specialmente dai soldati in trincea.
Le avanzate e le ritirate furono minime sul fronte occidentale che fu il fronte più importante. E le vittime si contavano a centinaia di migliaia per ogni battaglia che faceva perdere o guadagnare pochi chilometri.

La tecnologia fu usata per accrescere la morte e la distruzione. Gas, carri armati, aerei fanno la comparsa in questa guerra.
In Italia il dibattito fu aspro. Nel 1914 essa decise di non entrare nel conflitto, ma subito si contrapposero due schieramenti che volevano o il mantenimento della neutralità o l’intervento a fianco delle potenze dell’Intesa. Nel 1915 prevalsero gli interventisti.

La conferenza di pace di Versailles vide i contrapposti interessi degli stati europei e di Wilson. La posizione finale fu un compromesso, ma per quanto riguardava l’atteggiamento da assumere nei confronti della Germania prevalse l’idea di punirla duramente. La Germania venne annientata e le conseguenze di tale decisione saranno importantissime per capire la storia degli anni Venti e Trenta e anche per comprendere i motivi che porteranno allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Il dibattito storiografico ha cercato di collocare la Grande guerra nel contesto in cui essa si è verificata e di interpretarne i caratteri fondamentali. I risultati a cui esso è giunto sono molteplici; si è cercato di evidenziare alcune linee di tendenza.
Il riflesso nella produzione letteraria è stato immenso. Sarebbe difficile solo nominare il grande numero di racconti, romanzi, memorie, poesie che hanno seguito la fine della prima guerra mondiale.
Certamente uno dei testi più significativi fu Niente di nuovo sul fronte occidentale, dove Remarque racconta il dramma della guerra e della Germania con gli occhi di chi, alla fine del conflitto, sarà sconfitto.
Joseph Roth, con il suo romanzo La ribellione, del 1924, presenta le vicissitudini di un reduce mutilato.
Non meno importante è il romanzo di Hemingway, Addio alle armi, che ci offre uno sguardo “altro”, cioè di un americano, sulla disfatta di Caporetto e sulle sue conseguenze.

Inoltre, uno dei letterati che ha fatto sentire la sua voce in margine alla guerra, in un contesto tutto particolare come quello della rivoluzione russa, è Vladimir Majakovskij (vedi Futurismo).

In Italia abbiamo la testimonianza poetica di Ungaretti che ne Il porto sepolto (poi L’allegria) registra in diretta l’angoscia e il dolore per una esperienza priva di ogni senso. Una denuncia dell’atrocità della guerra di trincea è presente in Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu.
Infine la Recherche di Proust è la descrizione di come la guerra abbia distrutto ciò che rimaneva della Belle époque, dei suoi lussi e della sua mondanità.

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