L'esame di Stato


Il nuovo esame di Stato: il colloquio e l’approfondimento


L’ordinanza ministeriale n. 31 del 4/2/2000, relativa alle istruzioni e modalità per lo svolgimento dell’esame di stato, dà indicazioni su come la commissione deve condurre il colloquio di ogni singolo candidato.

Questi può esordire con un argomento che fa parte del programma svolto o con «un’esperienza di ricerca o di progetto riconducibile sia a un argomento in programma che a una ricerca personale» che possa dar prova delle competenze acquisite.

Lo studente, dunque, può decidere di aprire il colloquio con la presentazione di un lavoro personale di approfondimento impostato secondo le sue attitudini e capacità, attinente le discipline dell’ultimo anno di corso, sviluppato a partire da un tema completamente inquadrabile nell’ambito dei programmi svolti, oppure da un argomento connesso, articolato in percorsi personali che spaziano tra disciplina e disciplina con interconnessioni ben studiate.

Solo dopo la discussione dell’approfondimento proposto dal candidato, la commissione può proseguire il colloquio su altri argomenti, introdotti eventualmente da documenti o testi posti all’attenzione dell’esaminando, in quanto il colloquio deve accertare che, al termine del corso di studi scelto, ciascun candidato possieda a livelli accettabili le seguenti competenze:

• padronanza linguistica;
• capacità di utilizzare le conoscenze acquisite;
• capacità di collegarle nell’argomentare;
• capacità di discutere e approfondire gli argomenti affrontati sotto vari aspetti.

Questa parte del colloquio si svolge su argomenti di carattere multidisciplinare attinenti ai programmi e alle attività didattiche effettivamente svolte nell’ultimo anno e certificate dal documento del consiglio di classe che viene consegnato alla commissione.

Si conclude con la discussione dei risultati ottenuti nelle tre prove scritte.
In base alla normativa, lo studente ha dunque la possibilità di decidere come si avvia l’esame orale in modo da far emergere i lati migliori della propria preparazione.


Come si prepara un approfondimento multidisciplinare e come è opportuno presentarlo

Considerato che il tempo a disposizione per il colloquio (dalla presentazione del candidato al commiato) è, mediamente, di 45 minuti, appare evidente che non c’è l’opportunità di presentare per esteso e compiutamente una qualunque ricerca personale, anche non particolarmente approfondita; spesso si parte dalle motivazioni che hanno spinto a quella scelta, si chiede quale sia stato il metodo di lavoro, si dà spazio alle valutazioni e ai giudizi del candidato ecc. Accade facilmente che dopo la conclusione dell’esame il candidato, ripensando all’andamento della prova, si renda conto di non aver detto tutto quanto sapeva e avrebbe potuto dire. Per ovviare, almeno parzialmente a questo inconveniente, può essere opportuno presentare una documentazione scritta alla commissione prima dell’esame, in modo che possa considerarla durante le riunioni precedenti e possa tener conto della complessità del lavoro svolto, anche delle parti che non c’è tempo di trattare oralmente.
Non è detto che la documentazione debba consistere in una stesura onerosa e puntuale di tutti gli aspetti del lavoro; può essere più opportuno presentare un testo sintetico, con una chiara ed esauriente formulazione dell’argomento scelto, corredato da una scaletta precisa e articolata dei diversi punti trattati e da una bibliografia pertinente e chiara.
Ecco qualche osservazione pratica riguardo ciascuno di questi punti.


La formulazione dell’argomento

L’argomento deve essere opportunamente circoscritto e precisato. Un argomento troppo vasto non potrebbe essere trattato a dovere per l’esame in tutti i suoi aspetti; un argomento esposto ambiguamente potrebbe spingere i commissari a fare domande su aspetti che il candidato non ha effettivamente preso in considerazione.
Vediamo qualche esempio nella tabella alla pagina seguente.


La scaletta

Può essere preparata in vari modi:
– un indice strutturato con punti e sottopunti che riassumano in modo chiaro gli aspetti considerati e includano eventuali citazioni da testi e documenti (nei percorsi ne forniamo numerosi esempi);
– una mappa resa graficamente;
– un breve sommario discorsivo che indica i temi trattati e le loro relazioni (max 1-2 cartelle);
– lo stampato della struttura di un iperteso.
In ogni caso è importante che presenti con chiarezza i punti trattati e le loro connessioni.
Può essere articolata suddividendo le varie materie coinvolte (che vanno sempre indicate nell’intestazione), oppure seguendo la logica degli argomenti.
I percorsi che proponiamo forniscono esempi con la struttura dei paragrafi e sottoparagrafi e con le mappe iniziali.

Argomenti esposti in modo non opportuno
Argomenti esposti in modo preciso e articolato
Luigi Pirandello. La perdita di univocità del reale e la crisi di identità nel teatro di Luigi Pirandello.
L’opera in prosa di Gabriele D’Annunzio. Il mito del superuomo di Nietzsche nella narrativa dannunziana: Le vergini delle rocce e Il trionfo della morte.
Neorealismo e resistenza. La rappresentazione antieroica della resistenza nei romanzi di Calvino e Fenoglio: Il sentiero dei nidi di ragno e Una questione privata.
Osservazioni
Così esposti gli argomenti sono troppo generici e vasti, rischiando di appiattirsi sulle parti corrispondenti del programma presentato dagli insegnanti; se non c’è una delimitazione si potrebbe parlare di qualunque opera degli autori in questione (e sono molte...); ancora: non è chiaro se l’approccio iniziale è di taglio letterario, storico, filosofico ecc.
Osservazioni
Gli argomenti presentano già il taglio che si è scelto nell’impostarli:
– del teatro di Pirandello si privilegiano gli aspetti di riflessione esistenziale e filosofica;
– di D’Annunzio si scelgono due opere narrative che presentano la figura del superuomo, con riferimento alle teorie di Nietzsche, senza trattare specificamente l’opera poetica (ma attenti ai collegamenti con quanto è nel programma di classe!).
– nel panorama del neorealismo si scelgono due opere specifiche con un taglio comune e sulla base di quelle si faranno collegamenti con gli aspetti storici e quelli relativi al neorealismo in generale.


La bibliografia


Per avere una funzione significativa deve rispondere a questi requisiti:
– fornire gli estremi in modo ordinato e completo;
– basarsi su testi effettivamente pertinenti e quanto più possibile aggiornati;
– precisare le parti effettivamente utilizzate all’interno dei testi citati;
– disporre i titoli secondo un criterio adeguato (alfabetico, tematico, per autori, cronologico...).
Una soluzione più ardua, ma anche più interessante è quella di fornire una bibliografia ragionata, cioè con sobri interventi valutativi di chi la presenta (per esempio la distinzione fra opere di tipo generale e monografie, la giustapposizione di diverse scuole di pensiero o di orientamento storiografico, la messa a fuoco delle questioni aperte o conflittuali ecc.).