SCHEDE OPERATIVE PER LA STESURA DI TESTI STORICI

Relazione (o testo espositivo)

La relazione serve a documentare una specifica attività svolta. È un testo espositivo-informativo, in quanto fornisce al destinatario dati e informazioni su un fenomeno studiato, un’esperienza effettuata, un progetto realizzato. La relazione deve presentare le informazioni in modo obiettivo, chiaro, completo, ordinato.

L’ordine del discorso e l’articolazione dei paragrafi possono seguire criteri diversi:

  • cronologico;
  • spaziale o spazio-temporale;
  • logico (concatenazione causale, dal generale al particolare e viceversa, dal concreto all’astratto e viceversa ecc.);
  • d’importanza (si parte dagli aspetti più rilevanti cui si intende dedicare maggiore attenzione e da cui dipendono i punti successivi).

Può risultare utile premettere alla relazione uno schema riassuntivo delle parti di cui consta e che ne metta in evidenza l’articolazione. Lo schema può anche servire come riferimento per un resoconto orale, situazione consueta a scuola, come pure nel mondo del lavoro. In tal caso permette al relatore di avere sotto’occhio tutte le parti da esporre e, se proposto nella forma di una proiezione o distribuito in copia, può facilitare la ricezione da parte degli ascoltatori. Lo stile dell’esposizione deve essere impersonale, neutro.
Infine la relazione deve essere corredata dalle fonti bibliografiche utilizzate per il lavoro.

Operazioni per produrre una relazione:

  1. prendere attentamente in esame l’argomento da affrontare;
  2. definire il destinatario;
  3. passare in rassegna e fissare in uno schema provvisorio (o in una scaletta) le conoscenze possedute in proposito;
  4. ricercare ed esaminare i documenti necessari per approfondire la conoscenza dell’argomento;
  5. sintetizzare e collegare fra loro i dati raccolti;
  6. stendere la relazione secondo l’ordine suggerito nello schema provvisorio;
  7. se si tratta di una relazione ampia (8-10 pagine) o di un approfondimento per l’esame di Stato, corredarla di indice, illustrazioni, bibliografia, eventuali allegati (estratti di documenti, tabelle, grafici ecc.);
  8. controllare, per quanto riguarda gli aspetti stilistico-formali, l’utilizzo di un tono neutro e obiettivo e l’utilizzo appropriato dei termini specialistici.

Come si fa una bibliografia:

La funzione della bibliografia è quella di dichiarare le fonti su cui si basa il lavoro effettuato, convalidandolo e permettendo a chi legge di reperirle per un eventuale approfondimento.
La compilazione di una bibliografia deve seguire regole precise. Occorre prendere nota, nell’ordine, di autore, titolo, casa editrice, luogo e data di pubblicazione, tutti dati che si ricavano dal libro stesso.
Nel caso che le fonti siano ricavate da giornali o riviste si deve indicare autore e titolo dell’articolo, testata in cui è pubblicato, numero, luogo e data d’uscita. Se si utilizza Internet va indicato con precisione il sito da cui è tratto il materiale, la fonte da cui è ricavato (un ente di ricerca, un’istituzione, una pubblicazione ecc.), il luogo e la data di produzione e dell’ultima modifica (messa in rete).
La bibliografia deve contenere solo i testi effettivamente letti e rielaborati; quando si tratta di enciclopedie, raccolte di saggi, opere di notevole ampiezza è opportuno citare in elenco esclusivamente le parti utilizzate, indicandone gli estremi (titoli e autori dei saggi, numerazione e titoli di capitoli, numero di pagine ecc.).

L’elenco dei testi utilizzati deve seguire un criterio univoco:

  • si può seguire semplicemente l’ordine alfabetico per autore; nel caso di testi di autori vari si utilizza la sigla AA.VV., oppure si indicano gli autori delle parti specificamente utilizzate e i titoli dei saggi, riportando poi il titolo generale del volume e gli altri dati;
  • si può seguire l’ordine cronologico secondo la data di edizione;
  • si può costruire una bibliografia ragionata se si ritiene utile raggruppare le fonti utilizzate relative a settori diversi; per esempio impostando un approfondimento interdisciplinare per l’esame di maturità su un argomento come «Neorealismo e Resistenza» può avere senso raccogliere in un elenco a sé le fonti storiche, i saggi di carattere letterario, quelli sul Neorealismo cinematografico ecc.
    Va da sé che ciascun settore seguirà al suo interno lo stesso criterio ordinatore (alfabetico o cronologico).