Ruggero Romano
La spada, la croce, la fame. I meccanismi della conquista
Nella conquista spagnola dellAmerica, lo storico Ruggero
Romano vede in atto quelle dinamiche tipiche del dominio coloniale
che nei secoli successivi consentiranno agli europei di dominare
sulle civiltà degli altri continenti. La spada, la croce,
la fame ne sono i simboli: sono infatti la superiorità militare,
non per numero di uomini ma per strategia e armamenti, lo spirito
evangelizzatore e missionario, il brutale stravolgimento e la subordinazione
delleconomia e delle tradizioni agli interessi degli europei,
che permettono prima in America, in seguito in Oriente e
Africa linstaurarsi del dominio coloniale europeo.
Certo, alle spalle della conquista spagnola cè uneconomia
signorile povera di risorse e capitali, una società priva
di spirito imprenditoriale e semmai mossa da ideali cavallereschi
e missionari oltre che dalla logica della rapina, mentre alle spalle
del colonialismo olandese o inglese dei secoli successivi ci saranno
uneconomia in espansione, capitali da investire, armatori
e mercanti animati da un forte senso imprenditoriale; tuttavia comune
a entrambe è "il meccanismo della conquista coloniale"
che trova nelloccupazione militare e nellimposizione
dei propri interessi i presupposti di una vera e propria "destrutturazione"
demografica, economica, sociale.
Il conquistador, il missionario, il colono, offrendosi reciproco
sostegno, si impongono sulle popolazioni americane grazie alla loro
capacità di demolire o sconvolgere le vecchie strutture locali
(o elementi importanti di esse), sostituendole con nuove strutture
o riaggregandole con il "cemento" delle proprie: accade
cosí che lantico sistema di scambi e tributi venga
soffocato dalla nuova economia monetaria e dal sistema dellencomienda,
che la conversione dei capi tribú al cristianesimo o ai costumi
europei trascini alla fede e alle tradizioni spagnole anche la massa
degli indios, che i curaca (capi tribú) cui viene mantenuto
un certo potere sulla comunità indigena collaborino con gli
spagnoli nel prelievo dei tributi e nello sfruttamento degli indios,
che le produzioni locali (mais, cotone, cacao, coca, lana ecc.)
siano totalmente asservite agli interessi imposti dal mercato europeo.
La destrutturazione si rivela allora lelemento strategico
della conquista e successivamente lo strumento di cui i dominatori
si servono per mantenere la supremazia: solo cosí gli spagnoli
possono, benché numericamente assai inferiori, imporsi prima
militarmente e poi sul piano politico e civile agli indios dAmerica.
Il poeta canta che "la espada, la cruz y el hambre / iban diezmando
la familla salvaje" [la spada, la croce e la fame / andavano
decimando la famiglia selvaggia] (Pablo Neruda1). Forse non è
inutile partire da questi versi per cercare di cogliere per mezzo
di quali elementi che osservati nel loro insieme diventano
un meccanismo fu possibile la conquista della "piú
ricca e bella parte del mondo" (Montaigne2).
La espada
La parola ci porta direttamente nel cuore dellargomento, almeno
nel cuore del suo aspetto militare, bellicoso, cruento.
Dai disegni degli inizi del secolo XVI agli affreschi giganteschi
di Diego Rivera3 del secolo XX, è stata spesso messa in risalto
la sproporzione degli armamenti tra le due parti: acciaio contro
legno e cuoio; armi di lunga gittata contro armi di corta e di molto
corta gittata. Per di piú, concezioni tattiche e strategiche
elaborate contro principi molto rudimentali
Piú precisamente,
bisognerà indicare che la superiorità dellarmamento
dei bianchi sullarmamento degli indiani si appalesa su tre
punti principali:
a) per le armi da fuoco, una grandissima superiorità dordine
psicologico, e una maggiore possibilità di combattere a distanza;
b) per i mezzi di trasporto (il cavallo), una impareggiabile mobilità;
c) per luso dellacciaio, armi dattacco e di difesa
infinitamente piú resistenti.
Hernán Cortés diceva: "Noi non abbiamo, oltre
a Dio, altra sicurezza allinfuori dei cavalli". Pensava
forse a El Romo o a Cabeza de Moro, i due cavalli che gli erano
stati compagni nella conquista del Messico? Gli stessi animali di
cui gli ambasciatori di Montezuma riferirono allimperatore
che "la loro statura è uguale allaltezza di una
casa". Quasi saldati ai loro cavalli, gli spagnoli sfruttano
non soltanto il vantaggio strettamente militare offerto dalle loro
cavalcature, ma anche il vantaggio psicologico che ne sanno trarre.
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Se i cavalli non potevano offrire il meglio di sé nelle zone
scoscese, gli altri mezzi offensivi e difensivi dei bianchi urtavano,
anchessi, contro limitazioni dovute al clima e alle condizioni
del Paese. Le armi da fuoco, per esempio, nel clima umido di molte
regioni dellAmerica, tendono fortemente ad arrugginirsi, la
polvere da sparo a inumidirsi; luso delle corazze e dei caschi
spesso è molto limitato, a causa dei grandi calori. I piú
netti vantaggi assicurati agli spagnoli sono la balestra e lescaupil
(una specie di tunica foderata di cotone).
Questo è uno dei punti piú curiosi della storia della
conquista. In effetti, lescaupil è unarma difensiva
comune ai bianchi e agli indigeni; ma se essa è efficace
per proteggere dalle frecce indiane, al contrario non mette gli
indiani al riparo dai tiri di balestra, infinitamente piú
penetranti. Nella conquista, infatti, la balestra fu molto piú
importante dei moschetti e degli archibugi (strumenti a miccia,
dun uso molto lento), e ciò almeno fino alla metà
del secolo XVI.
Di contro, larmamento indiano: archi e frecce, pietre, lance,
e inoltre lazos, boleadoras (tre pietre legate, con
differenti metodi, a una corda e unite in forma radiale, che si
rivelarono particolarmente utili per arrestare la corsa dei cavalli),
fionde, asce.
[R. Romano, I conquistadores. I meccanismi della conquista coloniale,
trad. di L. Banfi, Mursia, Milano 1974, pp. 13-16, 18-26]
Note
1. Pablo Neruda (1904-1973), poeta cileno, premio Nobel nel 1971.
2. Moralista francese del secolo XVI (vedi T, p. 160).
3. Diego Rivera (1886-1957), pittore messicano, autore di grandi
affreschi murali che rievocano la storia del suo Paese.
ESERCIZI
Rispondi alle seguenti domande.
1. Perché, secondo l'autore, gli elementi fondamentali della conquista coloniale sono la spada, la croce e la fame?
2. Quali erano le differenze principali fra l'armamento dei conquistatori e quello delle popolazioni locali?
3. Quali furono dal punto di vista militare i fattori essenziali della conquista?
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