Bronzi di Riace


La scoperta

Il 16 agosto 1972 Stefano Mariottini, un giovane sub, si immerse nelle acque del mar Ionio, non molto distante dalle coste di Riace, in Calabria, e ritrovò casualmente, a una decina di metri di profondità, le statue di due guerrieri, ora noti in tutto il mondo come i Bronzi di Riace.
All’inizio l’attenzione di Mariottini fu attratta dal braccio sinistro di una delle due statue, l’unica parte che emergeva dalla sabbia. Per il recupero dal fondale marino furono poi chiamati i carabinieri del nucleo sommozzatori.

Durante i primi interventi di pulitura dalle incrostazioni marine apparve subito chiaro che si trattava di autentici esemplari dell’arte greca del V secolo a.C.
A Reggio Calabria un’équipe di tecnici lavorò alla pulitura delle due statue fino al gennaio 1975, quando si decise di trasferirle nel più moderno Centro di restauro della Soprintendenza della Toscana.
Oltre alla pulizia totale delle superfici con strumenti spesso progettati apposta, a Firenze le statue furono sottoposte ad analisi specifiche, necessarie per conoscerne la struttura interna, lo stato di conservazione e lo spessore del metallo.

Le operazioni di restauro durarono parecchi anni, poi finalmente i Bronzi furono esposti in museo e, da quel momento, poterono essere ammirati e apprezzati dal grande pubblico.