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La via europea all’istruzione


La centralità della formazione per lo sviluppo dell’Europa è posta con forza nell’ormai storico «libro bianco» di Jacques Delors su Crescita, competitività, occupazione: le sfide per entrare nel XXI secolo (Commissione europea, 1994), dove si sottolinea la relazione tra innalzamento del livello di istruzione e riduzione del tasso di disoccupazione. Con l’eliminazione delle frontiere e lo sviluppo della società dell’informazione, l’Europa è diventata uno spazio aperto che favorisce la circolazione delle persone desiderose di studiare, aggiornarsi, lavorare in un altro paese. In questa situazione la conoscenza di una o due lingue comunitarie diventa una condizione determinante per accedere alle opportunità professionali offerte nella Comunità.

Il Trattato di Maastricht ha introdotto le prime disposizioni comunitarie in tema di educazione e formazione professionale, nel rispetto della diversità culturale e linguistica dei diversi Stati allo scopo di integrare le azioni degli Stati membri. Nel 1996 è stato varato il piano d’azione Imparare nella società dell’informazione, per favorire lo sviluppo e la diffusione di servizi multimediali educativi. Gli obiettivi educativi della UE sono ribaditi nei documenti più recenti, come l’Agenda 2000. Tra le iniziative realizzate tra il 1996 e il 2000 ricordiamo i programmi Leonardo (che ha coinvolto oltre 60.000 giovani in iniziative di formazione professionale) e Socrates (che ha compreso iniziative per l’istruzione superiore e universitaria, l’apprendimento linguistico, l’istruzione aperta e a distanza, l’istruzione per gli adulti ecc.), cui subentra Gioventù per l’Europa, da sviluppare nel periodo 2000-2004.

La conoscenza di più lingue è indispensabile per essere a pieno titolo cittadini europei. Il loro apprendimento va dunque favorito e sostenuto. Alcuni progressi in questo campo sono stati realizzati: mentre nel 1990 solo il 60 per cento di giovani europei era in grado di parlare un’altra lingua, nel 1997 la quota è salita al 71 per cento. Le lingue più conosciute sono l’inglese, il francese e il tedesco, soprattutto dalle ragazze e dai giovani con più elevata scolarizzazione. I giovani più poliglotti sono danesi, svedesi, finlandesi e olandesi.